E’ l’anno della relegazione nella serie cadetta. A Felice Colombo, che rimane pur sempre l’azionista di riferimento, succede Gaetano Morazzoni, un onorevole della D.C. molto amico dello stesso Colombo e di Rivera, che con il passare del tempo, in cuor suo, rimpiangerà di aver accettato l’incarico. La squadra, sempre affidata a Giacomini, viene riorganizzata per affrontare il campionato di competenza. Vengono acquistati dall’Avellino il portiere Ottorino Piotti, dalla Lazio Mauro Tassotti (come parziale risarcimento per il mancato acquisto di Bruno Giordano), destinato a diventare negli anni una colonna portante della difesa milanista, dal Modena Stefano Cuoghi e Cesare Maestroni (che non disputerà neanche un incontro ufficiale in maglia rossonera). Esordiscono in prima squadra tre prodotti del vivaio, Sergio Battistini, Alberigo Evani ed Andrea Icardi. Il Milan vince abbastanza agevolmente il torneo di serie B e la sua promozione non è mai in discussione, ma il ritorno nella massima serie non sarà comunque una cavalcata trionfale, pur essendosi classificato al termine della stagione al primo posto in classifica, anche perché tutte le squadre che incontrano i rossoneri danno l’anima per fare bella figura. A livello societario le cose vanno tutt’altro che bene, con frizioni continue tra il tecnico friulano ed i vertici societari, Vitali e Rivera in testa, rei secondo Giacomini di essere rimasti ancorati alla poltrona nonostante fossero a conoscenza della situazione dell’anno precedente che aveva declassato la società nella serie inferiore; Rivera, infatti, interrogato a Roma nell’ambito del totonero, dichiara ai giudici che sia Albertosi che Colombo non gli avevano mai parlato espressamente della situazione e quindi non si era sentito in obbligo di denunciare il tentativo di illecito. Queste parole risuonano come una bomba alle orecchie dell’avvocato Porceddu dell’Ufficio Inchieste, il quale asserisce senza mezzi termini che se l’ex capitano milanista gli avesse riferito a tempo debito quanto dichiarato in Tribunale, sarebbe stato sicuramente deferito. Dulcis in fundo, la dirigenza rossonera interpella per la stagione a venire un altro ex rossonero, Gigi Radice, che fa la sua comparsa in tribuna a Rimini il 7 giugno 1980. Per Giacomini questo è davvero troppo; raggiunta la promozione con una giornata d’anticipo battendo il Monza a San Siro, dopo aver festeggiato negli spogliatoi con i suoi ragazzi, lascia l’incarico, sollecitato anche dalla stessa dirigenza. Per l’ultima partita di campionato, a Pescara, in panchina siede il fido Italo Galbiati, allenatore della “Primavera”. Al termine della stagione, Silvio Berlusconi, patron di Canale 5, fa la sua prima apparizione nel mondo del calcio e, confessando il suo tifo milanista, organizza il suo 1° Mundialito per Clubs con Feyenoord, Santos, Penarol ed internazionale, che si aggiudicherà poi la manifestazione. Nel Milan fa il suo esordio contro il Feyenoord anche la stella olandese Johann Cruijff, anche se per un solo tempo. Una piccola boccata d’ossigeno, questa, in mezzo a mille problemi a livello societario.
La Rosa Rossonera 1980/81
Allenatori: Massimo Giacomini 41 panchine (37 Campionato e 4 Coppa Italia) Italo Galbiati 1 panchina (Campionato)